giovedì 28 febbraio 2013

La leggenda di Gara e Jonay




Secondo una antica leggenda esistevano anticamente, nelle isole Canarie, sette torrenti, tanti quante sono le isole, nei quali si poteva trovare l’acqua magica; questi sette torrenti, oltre a dare il potere, rivelavano l’amore a chiunque vi si specchiasse..
Prima che gli Spagnoli invadessero l’arcipelago, viveva nell’isola la Principessa Gara, perdutamente innamorata del giovane contadino Jonay, di umili origini che corrispondeva i sentimenti della Principessa, ma con la quale non poteva certo sperare in un futuro viste le condizioni estremamente povere della sua famiglia.
Ogni giorno il ragazzo navigava su una zattera da isola ad isola per andare a trovare in segreto la sua amata, ma il destino non era favorevole.
Un giorno la Principessa decise di recarsi presso uno dei torrenti di acqua magica per tentare di capire cosa sarebbe accaduto del suo amore; giunta a Los Chorros de Epina, si avvicinò al torrente e si sporse lasciando che l’acqua rispecchiasse la sua immagine.
Inizialmente il responso sembrò essere positivo, l’acqua rimase calma e trasparente, ma dopo pochi attimi divenne nera e iniziò ad agitarsi.
Uno dei sacerdoti che avevano accompagnato la Principessa interpretò il segnale funesto predicendo che ben presto il fuoco avrebbe costretto i due innamorati ad una scelta.
Proprio quando l’amore sembrava stesse per trionfare, quando le famiglie, commosse dal profondo sentimento, avevano ormai acconsentito alle nozze, proprio in quello che doveva essere il giorno più bello della loro vita, il vulcano Teide iniziò ad eruttare lava ad un ritmo impressionante.
Ben presto il mare iniziò a ribollire e divenne rosso sangue, mentre il sacerdote, memore del responso dell’acqua magica, diede la sua estrema sentenza. L’unico modo per fermare la furia del vulcano sarebbe stato quello di non celebrare quel matrimonio e riportare subito Jonay a Tenerife.
Ma il sentimento era così forte che neanche le minacce della natura riuscirono ad estinguerlo; passarono soltanto poche settimane e la coppia, ricongiuntasi di nascosto, fuggì rifugiandosi nel bosco.
Questa però non era certo la soluzione ai loro problemi, in realtà non esisteva alcuna via di uscita; fu così che Gara e Jonay decisero di compiere un ultimo, disperato gesto.
Costruirono una lancia e ne affilarono entrambi i lati, trafiggendosi a morte contemporaneamente in quello che fu il loro ultimo abbraccio.
Da quel giorno, come si racconta ancora a La Gomera, la bellissima foresta dell’isola, divenuta oggi parco nazionale, è conosciuta con il nome di Garajonay.

Roberto La Paglia

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