giovedì 28 febbraio 2013

La leggenda di Gara e Jonay




Secondo una antica leggenda esistevano anticamente, nelle isole Canarie, sette torrenti, tanti quante sono le isole, nei quali si poteva trovare l’acqua magica; questi sette torrenti, oltre a dare il potere, rivelavano l’amore a chiunque vi si specchiasse..
Prima che gli Spagnoli invadessero l’arcipelago, viveva nell’isola la Principessa Gara, perdutamente innamorata del giovane contadino Jonay, di umili origini che corrispondeva i sentimenti della Principessa, ma con la quale non poteva certo sperare in un futuro viste le condizioni estremamente povere della sua famiglia.
Ogni giorno il ragazzo navigava su una zattera da isola ad isola per andare a trovare in segreto la sua amata, ma il destino non era favorevole.
Un giorno la Principessa decise di recarsi presso uno dei torrenti di acqua magica per tentare di capire cosa sarebbe accaduto del suo amore; giunta a Los Chorros de Epina, si avvicinò al torrente e si sporse lasciando che l’acqua rispecchiasse la sua immagine.
Inizialmente il responso sembrò essere positivo, l’acqua rimase calma e trasparente, ma dopo pochi attimi divenne nera e iniziò ad agitarsi.
Uno dei sacerdoti che avevano accompagnato la Principessa interpretò il segnale funesto predicendo che ben presto il fuoco avrebbe costretto i due innamorati ad una scelta.
Proprio quando l’amore sembrava stesse per trionfare, quando le famiglie, commosse dal profondo sentimento, avevano ormai acconsentito alle nozze, proprio in quello che doveva essere il giorno più bello della loro vita, il vulcano Teide iniziò ad eruttare lava ad un ritmo impressionante.
Ben presto il mare iniziò a ribollire e divenne rosso sangue, mentre il sacerdote, memore del responso dell’acqua magica, diede la sua estrema sentenza. L’unico modo per fermare la furia del vulcano sarebbe stato quello di non celebrare quel matrimonio e riportare subito Jonay a Tenerife.
Ma il sentimento era così forte che neanche le minacce della natura riuscirono ad estinguerlo; passarono soltanto poche settimane e la coppia, ricongiuntasi di nascosto, fuggì rifugiandosi nel bosco.
Questa però non era certo la soluzione ai loro problemi, in realtà non esisteva alcuna via di uscita; fu così che Gara e Jonay decisero di compiere un ultimo, disperato gesto.
Costruirono una lancia e ne affilarono entrambi i lati, trafiggendosi a morte contemporaneamente in quello che fu il loro ultimo abbraccio.
Da quel giorno, come si racconta ancora a La Gomera, la bellissima foresta dell’isola, divenuta oggi parco nazionale, è conosciuta con il nome di Garajonay.

Roberto La Paglia

LE PIRAMIDI DI TENERIFE




Nella località di Guimar, sulla costa orientale dell’isola di Tenerife, durante gli Anni Ottanta, vennero alla luce nel corso di uno scavo alcune costruzioni piramidali, in seguito studiate e rese note grazie al celebre studioso e navigatore Thor Heyerdal.
Si tratta in pratica di sei piramidi composte ognuna da cinque gradoni di forma rettangolare, stranamente somiglianti a quelle realizzate dagli Aztechi e dai Maya.
All’inizio furono in molti a sostenere che si trattava soltanto di mucchi di pietre accatastate dai coloni spagnoli; Heyerdal, grazie ad un infaticabile lavoro e a numerosi studi, riuscì invece a dimostrare che non si trattava di ammassi casuali; le piramidi poggiavano infatti su un suolo precedentemente livellato, ed erano costituite da pietre di origine vulcanica che, non essendo disponibili nelle vicinanze, erano state trasportate apposta da lontano per quel preciso scopo. Le pietre recavano inoltre segni di lavorazione, soprattutto negli angoli, e le costruzioni erano state orientate astronomicamente, presentano infatti una scalinata sul lato occidentale, salendo sulla quale è possibile seguire il sole nascente al solstizio d’inverno.
Sempre rimanendo sul tema delle piramidi, è opportuno segnalare il nome del frate francescano Juan de Abreu il quale, nel 1632, scrisse un resoconto della conquista delle isole; tra le notizie riportate dal frate colpisce quella che descrive la presenza di piramidi anche sull’isola di La Palma. Il frate riferisce inoltre che tali costruzioni erano state fatte a imitazione di una piramidi naturale costituita da un solo blocco di roccia e alta quasi due metri: Questa misteriosa piramide veniva chiamata Idafe, lo stesso nome del dio al quale era consacrata.
Non esistono ad oggi tracce di questa misteriosa costruzione, ma forse per quella che può considerarsi o meno una curiosa coincidenza, nella Caldera de Taburiente, esiste un pinnacolo roccioso da sempre conosciuto con il nome di Roque Idafe.

Roberto La Paglia

La città fantasma


Oggi vogliamo parlarvi di una città a sud di Tenerife...una città che si è ormai quasi mimetizzata con l'ambiente che la circonda;ricca di misteri da raccontare...Una città che nonostante sia perennemente immersa nel silenzio ha voglia di raccontare storie di presenze inquietanti tra le sue mura lasciate totalmente all'abbandono...di leggende che ancora oggi lasciano correre un brivido lungo la schiena di chi le ascolta...Questa è la storia di una città fantasma...Questa è la storia di...

Abades


Cominciamo parlandovi della sua storia...della sua nascita...
Correva l'anno 1943 e sull'isola di Tenerife come in tutte le Canarie gli effetti della seconda guerra mondiale si facevano sentire,i continui blocchi militari effettuati nell'oceano Atlantico contribuirono a lasciare per un lungo periodo di tempo l'arcipelago senza comunicazioni con l'esterno, causando in tal modo la mancanza di forniture che potevano arrivare solo via mare; tra queste, la più importante era sicuramente quella dei medicinali.
I medicinali erano necessari per curare ogni tipo di malattia, così sull’isola la sopravvivenza divenne un vero e proprio problema. Malattie come la lebbra e la tubercolosi causarono vere e proprie stragi tra la popolazione canaria. Con diverse migliaia di persone ammalate, fu' ordinata in quell'anno la costruzione di un sanatorio sufficientemente lontano dalla popolazione, in modo da contenerne la diffusione attraverso il contagio; il sito più favorevole a queste condizioni fù la collina di Abades.
Il progetto fu' ordinato all'architetto canario José Enrique Marrero Regalado,già autore di varie opere di spessore quì sull'isola...un esempio è sicuramente la Basilica di Nostra Signora della Candelaria.
Il sanatorio, costruito come una caserma per varie necessità di ordine amministrativo, conteneva anche un ospedale, un crematorio, edifici per ospitare gli ammalati, e una chiesa.
Marrero Regalado sviluppò il progetto in stile neo-canario, ricco sotto l’aspetto dell’impressione monumentale,ma perfettamente contenuto nei parametri dello stile franchista dell'architettura del dopoguerra.
La ruota del destino, però, girò a favore dell'arcipelago e un bel giorno i vaccini contro la lebbra sbarcarono sulle coste dell’isola.
L'avvio delle vaccinazioni e delle cure fece in modo tale che il progetto di costruzione del sanatorio di Abades fosse interrotto, lasciando cosi tutte le costruzioni semi lavorate e al totale abbandono.
Neanche un ammalato venne ricoverato in quel luogo, nessun medico passò per le ampie sale o si soffermò nelle numerose stanze del complesso,complesso che inevitabilmente cominciò il suo graduale deterioramento dovuto all'implacabile usura del tempo e alla sua inutilizzazione.
Alcuni anni più tardi, sotto il regime franchista, tutti gli edifici vennero utilizzati dalle forze militari del paese per varie manovre,il suo utilizzo più conosciuto fù quello di postazione militare per pratiche di tiro. I militari vennero ospitati nella parte finita,ancora oggi possiamo vedere i resti dei reticolati che circondavano il suo perimetro.
Durante il lungo periodo di abbandono, il luogo divenne il principale focolaio di strani fenomeni, molti dei quali documentati da alcuni abitanti della zona limitrofa. Riti e pratiche appartenenti a varie religioni, apparizioni di fantasmi, inclusi alcuni aneddoti macabri che ricordano fatti accaduti durante il periodo nel quale il sito era presieduto dai militari, aneddoti ben conosciuti dalla gente piu' anziana dei paesi vicini.
Nel 2002 il Ministero della Difesa mise in vendita i quasi 900.000 metri quadrati di terreno che furono acquisiti dall'imprenditore italiano Alberto Giacomini per un prezzo approssimato di 17 milioni di euro al fine di costruire un complesso turistico che avrebbe dovuto contenere due campi da golf e quasi tremila camere d’albergo.Tuttavia, nel 2003, il processo ebbe un duro colpo d’arresto, poiché la legge di Moratoria Turistica congelò completamente lo sviluppo del progetto nel quale il Municipio aveva investito per un totale di 6 milioni di euro.
Tra le leggende più conosciute e raccontate,riguardanti lo spettrale sanatorio,ve nè una in particolare che lascia correre un brivido lungo la schiena di chi l'ascolta...
La leggenda narra di un uomo anziano, che con la sua auto percorreva le desertiche zone limitrofe alla collina,quando ad un certo punto,si trovò dinanzi un bambino che chiedeva passaggio;salito a bordo disse che doveva raggiungere dei suoi amici...e così il vecchio lo accompagnò,prendendo la direzione suggerita dal bambino...l'uomo vedendo ergersi dinanzi la chiesa abbandonata si voltò per chiedere se fosse quello il posto che doveva raggiungere..ma il bimbo non c'era più... lo stupore e la paura che a quel punto colse l'anziano,causò in lui un malore che lo fece accasciare sul volante dell'auto...
Molti testimoni,anni più tardi,affermarono di aver visto nei pressi della chiesa l'anziano che teneva per mano il bambino;vi furono molti incidenti mortali in una curva molto prossima al sanatorio,dove si pensa che le figure dei due fantasmi siano apparse provocando lo spavento degli ignari conducenti.
Altro caso,questa volta ufologico,è invece avvenuto nei pressi della costa vicina ad Abades;era il pomeriggio del 9 Luglio dell'anno 1992 quando Juan José Hernández percorreva l'autostrada del sud di Tenerife,prima di uscire per Abades osservò un aeroplano volare a bassa quota,quasi raso al mare.Presa una strada secondaria,incontrò un giovane che guardava allarmato verso la spiaggia,Hernández fermò il suo veicolo e rimase pietrificato quando,dirigendo il suo sguardo verso il mare,osservò lo stesso aeroplano,come se fosse caduto a causa di un incidente.Ore dopo la Guardia Civil si recò sul posto dell'accaduto, come anche numerosi mezzi di informazione. Le squadre di salvataggio rimasero stupite quando non trovarono nessuna traccia di quell'aereo;non c'era nessun pezzo,nessuna fusoliera,né macchie di combustibile,né resti umani...niente.Il caso si chiuse nei giorni successivi con la conclusione che tutto fù un falso allarme.
Tuttavia, alcuni investigatori privati riaprirono il caso ed ottennero le testimonianze di almeno quattro gruppi di persone,che assistettero all'evento da diverse locazioni.Questo scartò l'ipotesi che tutto quello successe fosse solo una mera allucinazione di Juan José Hernández ed aprì le porte all'investigazione di uno dei temi insoluti più complessi della casistica ufologica canaria.

Vik Raho




Barranco de Badajoz



Barranco de Badajoz in Guimar (Tenerife)


Numerosi sono i fatti inspiegabili e le leggende legate a questo misterioso luogo che affascina e attrae curiosi e studiosi sia delle scienze occulte,parapsicologi e ufologi.
Molti sono gli studi che vari gruppi di ricerca hanno condotto in questo posto e tutti o quasi hanno concluso che potrebbe trattarsi di una vera e propria porta dimensionale.
Il fascino e il mistero che avvolge il Barranco de Badajoz fanno sì che sia una meta ambita per tutte quelle persone che fanno del mistero e della ricerca una parte importante della propria vita.

Gli esseri bianchi

La leggenda racconta che nel 1912 due minatori che lavoravano alla miniera del barranco,all'entrata della galleria di Izana,durante degli scavi una parete della galleria crollò mostrando un'altra ampia e profonda galleria.
Dall'oscurità di questa si palesarono tre esseri bianchi luminescenti che si avvicinarono agli attoniti operai.
Da qui la leggenda si divide in due diverse direzioni.
Nella prima si racconta che i poveri minatori scapparono terrorizzati,si recarono alla caserma di Guimar per denunciare l'accaduto,anche se non esiste denuncia registrata negli archivi del distretto citato;questa è la versione della leggenda più diffusa.
La seconda racconta che i minatori superato il terrore iniziale comunicarono con gli esseri,i quali,con modi amichevoli
mostrarono agli operai il luogo esatto dove scavare per trovare l'acqua.
In qualunque modo sia andata la leggenda,se di questo si tratta,possiamo affermare che il Barranco de Badajoz è un luogo magico dove la fantasia prende vita e si fonde con la realtà...a voi la scelta del finale della storia.


La bambina delle Pere

Questa è una delle leggende popolari più diffuse fra gli abitanti dell'isola.
Tra il 1890 e il 1910 due genitori mandarono la propria figlia a raccogliere della frutta;la fanciulla uscì di casa con il suo cesto ma non fece più ritorno,vane furono le ricerche dei genitori e dell'intera comunità...la giovane sparì senza lasciare traccia...
Ritornò a casa circa 20 anni dopo,lasciando increduli e sbigottiti i genitori;per lei il tempo sembrava essersi fermato...
Per lei quei 20 anni erano trascorsi in poche ore,il suo cesto colmo di pere ne era la prova...il tempo non era passato per la fanciulla che raccontò di essere andata in cerca di frutta 
come i genitori le avevano chiesto;dopo un po' si fermò a riposare all'ombra di un pero,si addormentò sopraffatta dalla stanchezza,ma fù svegliata da
un essere molto alto vestito di bianco che gentilmente la invitò a seguirlo.
Entrarono all'interno di una caverna del Barranco dove c'erano delle scale,scesero e si ritrovarono in uno splendido giardino dove c'erano altri esseri simili al gentil ospite,vestiti di bianco...lei si intrattenne pochi minuti(considerando la sua percezione del tempo) e poi l'essere la accompagnò all'uscita della grotta e si congedò.
Molti pensano che la bambina delle pere continui a vivere in segreto nella zona di San Juan...altri giurano di aver sentito proprio in quel luogo sussurri e risa di fanciulla...
Non sapremo mai se questa leggenda è semplicemente il frutto di fantasie popolari o stralci di cronaca di tempi andati ma il fascino di questa storia rimane immutato nel tempo proprio come l'aspetto della bambina delle pere.

Esseri di luce

Il 1°Luglio 1991 un gruppo di appassionati del mistero si recarono al Barranco,durante la discesa sentirono nitidamente un forte suono simile ad un batter d'ali;uno di loro (Teyo Bermejo) per istinto prese la sua macchina fotografica e scattò una serie di foto nonostante non riuscisse a veder nulla ad occhio nudo.
Uno degli scatti rivelò qualcosa di inquietante,classificando questa immagine come la più significativa e sconvolgente legata al Barranco de Chamoco.
Note: La foto è un istantanea con flash(velocità 1/60, apertura diaframma 5.6).
Note: La foto è un istantanea con flash(velocità 1/60, apertura diaframma 5.6).


Desi Astras Catalano

Il Museo de La Laguna



La casa dei Lercaro è un museo che si trova a La Laguna (Tenerife),dove si dice sia stato visto il fantasma della figlia Caterina.
L'età della casa risale alla fine del XVI secolo,originariamente fù costruita come residenza per i Lercaro, importante famiglia di mercanti genovesi, in seguito furono diversi gli usi che furono dati a quest'immobile; fù dapprima una caserma,poi sede della facoltà di lettere e filosofia,una falegnameria, e così via...fino a quando non fù acquisita dal governo canario per la conversione in un museo,rimasto tale a tutt'oggi. L'origine della famiglia italiana è evidente in molti elementi dell'edificio,nella facciata,con chiara influenza del manierismo genovese,e negli affreschi
decorativi all'interno di ispirazione rinascimentale.
Per chi visita l'isola il Palazzo Lercaro è una tappa da non perdere per capirne l'evoluzione politica e sociale tra il XV e XX secolo.
Agli interni possiamo incontrare numerose vetrine contenenti parte del tesoro patrimoniale dell'isola;ma gli oggetti di gran valore patrimoniale non sono l'unica cosa che si incontra nell'edificio...

Casa LercanoCaterina,presunta figlia di Antonio Lercaro,fù obbligata a sposare un uomo molto più vecchio di lei,un uomo che godeva di una buona posizione e di una grande ricchezza;questo matrimonio di convenienza non fù gradito dalla giovane figlia,che nello stesso giorno in cui si sposò decise di suicidarsi gettandosi nel pozzo che si trova nel cortile della casa (ora chiuso con delle spranghe).
Secondo la leggenda il suo corpo fù sotterrato in una delle sale del museo,visto che la chiesa negò alla famiglia la sepoltura nel camposanto.
La famiglia Lercaro,dopo la tragedia,si trasferì nel municipio di Orotava...alcuni dissero per fuggire dalla vergogna...altri dall'anima tormentata di Caterina.
Ci sono molte testimonianze che parlano di rumori strani,vetri che si frantumano,oggetti che si spostano da soli,cambi repentini di temperatura,punti dove viene riscontrata una forte carica elettromagnetica ed anche voci ed urla rilevate con la psicofonia,alcuni affermano addirittura di aver visto l'anima errante della fanciulla vagare
per il museo.

Ma Catalina non sembra essere l'unica anima tormentata in quel museo...
Casa LercanoFù contattata una medium,tenuta all'oscuro della storia della giovane;nel momento di entrare si diresse nel fienile e disse che in quella stanza sentiva molto dolore e notava la presenza di tre persone, successivamente entrò nella stanza della cucina dove ebbe un malore,faceva fatica a respirare e dovette uscire all'esterno...
Fuori dall'edificio la donna disse che in quella stanza fù torturata una ragazza e che le furono bruciate le braccia.

Non fù trovato nessun documento in cui ci fossero riferimenti su questa storia ma,quando si realizzarono le opere di restaurazione dell'edificio,uno degli operai confessò che durante i lavori si trovarono i resti di tre persone sepolte vicino all'entrata principale.
Erano quelle le tre persone di cui la medium sentiva la presenza?
Ma il museo non è l'unico edificio ove esistono testimonianze di strani fenomeni... vi sono molti altri casi in edifici storici dell'isola.
Un chiaro esempio è la casa adiacente al museo che ospita il consiglio consultivo,dove 36 dipendenti chiesero le dimissioni in meno di due anni, ossessionati dai fantasmi di due anziani che gli “invitavano” a lasciare il posto.

Vik Raho

Il fantasma della bambina dell'aeroporto


Correva l'anno 1977 e più precisamente il giorno 27 di un pomeriggio del mese di Marzo quando unBoeing 747 della KLM si scontrò contro un suo omologo della Pan Am carico di passeggeri nell'aereoporto “Los Rodeos” a nord di Tenerife.Sulle cause dell'incidente fù aperta un inchiesta che constatò l'inadeguatezza del punto ove fù costruito l'aeroporto,i vari errori umani che portarono alla sciagura,tra cui l'incomprensione tra i controllori di volo della torre di controllo e i piloti e i co-piloti a bordo ed una serie di sfortunati eventi che portarono i due aerei in quel preciso momento ad impattare.
L'incidente,in cui morirono 583 persone,è ricordato come il più grave disastro aereo della storia dell'aviazione civile.

Ma addentriamoci nella vicenda paranormale della storia che vi stiamo raccontando anche se già l'incidente in sè potrebbe considerarsi paranormale per tutte le cause e le concause che lo causarono.
Settimane dopo l'incidente molti operai furono testimoni,loro malgrado,di fenomeni quali strane voci,lamenti e pianti.
Il caso che più desta inquietudine è però quello di una bambina che vaga nell'aereoporto;si racconta che nel recupero delle salme dopo il catastrofico incidente mancava all'appello il corpo di una bambina che non fù mai trovato.
Ci sono varie testimonianze che parlano dell'incontro con la bambina e tra queste vi è quella di un militare che una notte era di vedetta in una garitta adiacente l'aeroporto.
Il militare racconta che verso le tre del mattino vide passare,a circa 15 metri dalla sua posizione,una bambina."Ricordo che aveva i capelli scuri e la pelle molto pallida, benché contornata da una certa lucentezza. Inoltre, trasportava un vagoncino giocattolo" racconta l'uomo. Attraversò la strada dalla sinistra verso la destra per poi svanire nel nulla.
L'avvistamento durò circa 15 o 20 secondi. Il militare non ebbe il tempo di reagire...si domandò stupito cosa diavolo stesse facendo lì una bambina di 5 anni a quell'ora del mattino?"
Nella zona circostante l'aeroporto non ci sono abitazioni di civili nel quale la bambina avesse potuto fare ritorno e pertanto il militare cominciò a farsi prendere dall'angoscia che un tale avvistamento generò nella sua mente.
Abbandonò quindi il suo posto nella guardiola allontanandosi di circa cento metri alla ricerca di quella bambina.
Cercò invano per tutta la zona adiacente ma non ne trovò alcuna traccia.La tensione che si era generata era palpabile nel militare cosi chè una volta tornato alla guardiola chiamò subito i suoi superiori.Poco dopo giunsero sul posto un caporale e due soldati che entrando nella guardiola trovarono il soldato riverso a terra, vittima di uno svenimento. Il caporale rimase sorpreso nel vedere l'espressione sul viso del povero militare svenuto. Il giorno dopo il soldato fù chiamato a dare una spiegazione di quello che accadde ai suoi superiori i quali,ascoltata la sua storia,decisero di congedare il ragazzo per un periodo di tempo rammentandoli di non fare parola con nessuno dell'accaduto.


Un altra testimonianza del Marzo del 2004 riferisce di un gruppo
di militari che si trovava in pattuglia e che alle 2:30 della mattina uno dei compagni che si trovava a circa 200 metri dal resto del gruppo, sopraggiunse gridando: “Ho visto una bambina, ho visto una bambina!" La descrisse con un età di circa sette anni, con capelli scuri e due intensi occhi azzurri.Fù fatta subito una battuta per cercare la piccola ma non ne trovarono alcuna traccia.
Un altro testimone di questo mistero irrisolto è un tenente che uscì a fare jogging nei pressi della base,costeggiando la strada che va parallela alla pista;passando per gli hangar,vide chiaramente una bambina,con la testa abbassata e senza gambe, che si muoveva senza toccare il suolo.


Monumento in memoria delle vittime dell'incidente



Non conosciamo ciò che la suggestione per un tragico evento possa provocare nella mente di un essere umano ma possiamo in altro modo appurare che ciò che si è raccolto dalle testimonianze sembra a tutti gli effetti un caso di un avvistamento di un fantasma con un'anima in pena,che ripercorre quasi in circolo gli ultimi istanti di una tragica morte.


Vik Raho

La leggenda dei Guacanchas


Forse non tutti conoscono la storia dei Guacanchas.Su questi esseri spettrali,paragonabili ai più conosciuti "Mothman" americani,esistono racconti molto più antichi della
loro controparte d'oltreoceano;come gli uomini falena le loro apparizioni erano accompagnate da una serie di disgrazie e di cattivi presagi.


Dagli artefatti ritrovati a La Aldea de San Nicolàs,al Barranco de Guayedra (Agaete) e a San Bartolomè de Tirajana
sull'isola Gran Canaria,si può capire quanto gli aborigeni canari li temessero e gli adorassero allo stesso tempo
componendo idoli di terracotta e ponendoli su degli altari davanti ai quali furono fatti sacrifici per ottenere la loro benevolenza.

Le statuine si presentavano con una forma semi umana, alcune delle quali rappresentavano esseri simili a scimmie e
ad orsi antropomorfi,animali che non hanno vissuto sulle isole,ma nella maggioranza dei casi questi esseri erano
raffigurati come grandi cani dal colore nero,dal pelo molto folto e dagli occhi spiritati con una parvenza quasi  spettrale.
Pur non esistendo casi riportati nelle cronache di attacchi da parte di questi esseri alle persone o al bestiame,ogni
loro apparizione creava sgomento e paura nella popolazione che li riteneva portatori di grandi disgrazie.
Non esistono riferimenti se tali disgrazie fossero portate dai Guacanchas o se ne fossero solo dei premonitori.
La venerazione e la paura nei loro riguardi era così forte da portare la popolazione a creare dei rituali per invocarli e dare loro offerte votive come cibo e profumi creati con resine vegetali con la speranza di riceverne la grazia.

Dopo la colonizzazione da parte dei francesi e degli spagnoli tutti i rituali vennero catalogati come riti sciamanici e di

stregoneria,essendo attribuiti alle streghe apparizioni di esseri simili nelle loro terre d'origine.
La caccia alle streghe e dei loro rituali da parte della chiesa ha portato alla creazione di alcune festività locali nelle varie isole come quella conosciuta oggi come "La caza del perro maldito"nel paesino di Valsequillo in Gran Canaria.
Ancora oggi continuano i racconti di avvistamenti di questi esseri nelle zone rurali dell'isola.

Vik Raho