giovedì 21 febbraio 2013

CANARIE: L’ENIGMA DELL’ISOLA PERDUTA


Le isole Canarie sono sette, e questo sembra essere un dato di fatto ormai accreditato e accettato; chiunque conosca il luogo, sia perché meta delle sue vacanze sia per semplice nozione geografica, potrà di certo confermarlo; che idea vi fareste se invece, al contrario, affermassimo che invece sono otto?
Per quanto possa apparire fantastica come idea forse non lo è proprio del tutto, e basterà approfondire la questione per rendersi conto che esista almeno un ragionevole dubbio, il primo passo per una più estesa ricerca.
Il riferimento che apre questo breve articolo ci porta indietro nel tempo, sulle tracce della leggendaria isola di San Borondòn, meglio conosciuta come Isola di San Brendano, isola fantasma o isola misteriosa.
Brendano de Clonfert (480 – 576), era un monaco irlandese, protagonista allo stesso tempo di una delle leggende più famose della cultura celtica; stiamo parlando del conosciutissimo “Viaggio di San Brendano”, un viaggio che lo portò nella Terra Promessa dei Beati, l’Isola della Felicità e della Fortuna.
Seguendo le informazioni contenute nel poema irlandese, Brendano era un monaco di Tralee, una piccola cittadina della Repubblica Irlandese fondata nel XIII secolo dagli Anglo-Normanni; ordinato sacerdote nel 512 iniziò un lungo viaggio insieme ad altri quattordici monaci sfidando l’Oceano Atlantico con una fragile imbarcazione.
La leggenda narra di incontri con demoni, colonne di cristallo galleggianti, grandi e misteriose isole.
Fu proprio in una di queste isole che Brendano fece sbarco, quella che dovrebbe essere l’ottava meraviglia dell’arcipelago delle Canarie, della quale tutti hanno sempre parlato ma che nessuno ha mai visto.

Già durante il XV Secolo, subito dopo la conquista spagnola, iniziano a circolare voci intorno all’Isola di San Borondòn, un luogo che si vocifera possa trovarsi a ovest di La Palma, El Hierro e la Gomera.
Secondo quanto si racconta, ogni qual volta si riusciva ad avvicinarsi all’isola misteriosa, improvvisamente questa veniva coperta da una fitta nebbia e spariva alla vista dei naviganti.
Potrebbe ovviamente trattarsi di una semplice leggenda, eppure non mancano relazioni dettagliate fornite da qualche navigante che giura di essere sbarcato sulle sue coste, e anche se non esiste traccia nella cartografia moderna, non è difficile trovare vecchie mappe che addirittura ne tracciano il profilo.
Dal punto di vista dei documenti esiste un trattato firmato per conto del Regno di Castiglia nel quale, facendo riferimento alle canarie, si parla di una sovranità castigliana sulle “…isole canarie scoperte e ancora da scoprire…”.
Allo stesso modo, in alcuni archivi risalenti al XVIII Secolo, è possibile ritrovare i documenti ufficiali delle investigazioni fatte per conto delle autorità dell’isola del Hierro.
Proseguendo nella consultazione dei documenti troviamo poi una testimonianza di Leonardo Torriani, l’ingegnere incaricato da Filippo II, durante la fine del Cinquecento, di fortificare le Isole Canarie; Torriani descrive con estrema lucidità l’Isola di San Borondòn, ponendola ad ovest dell’arcipelago, a circa 550 chilometri ad ovest nord-ovest di El Hierro e 220 chilometri a ovest sud-ovest di La Palma; l’ingegnere fornisce anche le misure dell’isola: 480 km di lunghezza (da nord a sud) e 155 km di larghezza (da est a ovest), con al centro una profonda valle racchiusa da due montagne.




La caccia è ancora aperta...

Roberto La Paglia


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